È entrata in vigore il 12 maggio u.s. la normativa statale di recepimento delle Direttive Europee in materia di benzina, diesel e sui biocarburanti di nuova generazione: Il D.Lgs n. 51 del 21.03.2017 che promuove i biocarburanti di nuova generazione da rifiuti, residui e nuove fonti come alghe.

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È entrata in vigore il 12 maggio u.s. la normativa statale di recepimento delle Direttive Europee in materia di benzina, diesel e sui biocarburanti di nuova generazione: si tratta del Decreto Legislativo n. 51 del 21.03.2017 che stabilisce i metodi di calcolo e gli obblighi di comunicazione, ai sensi della Direttiva (UE) n. 2015/1513 che modifica la Direttiva 98/70/CE, relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel, e la Direttiva 2009/28/CE, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (in GU Serie Generale n.97 del 27-4-2017).
Il Decreto promuove i biocarburanti di nuova generazione (da rifiuti, residui e nuove fonti come alghe), scoraggia l’utilizzo di quelli da “colture dedicate” che sottraggono risorse al mondo alimentare, stabilendo che, ai fini del raggiungimento del 10% del consumo di energia nei trasporti al 2020, la quota dei biocarburanti di prima generazione (derivanti da colture su terreni agricoli) non può superare il 7%.

Queste le novità rilevanti:
biocarburanti-nuove modalità di calcolo delle emissioni di gas serra da parte dei fornitori di carburanti e di elettricità utilizzata nei veicoli stradali, ai fini del rispetto degli obblighi annuali di comunicazione, nonché dell’obbligo di riduzione, entro il 2020, delle emissioni gas serra prodotte durante il ciclo di vita dei carburanti e dell’elettricità fornita;
-la previsione di ulteriori precisazioni con riferimento agli obblighi di comunicazione da parte dei fornitori di carburanti agli Stati membri;
-la previsione della possibilità di conteggiare i biocarburanti ad uso aviazione (finora esclusi dal campo di applicazione della normativa di settore), ai fini del raggiungimento dell’obbligo di riduzione delle emissioni di gas serra prodotte durante il ciclo di vita dei carburanti e dell’elettricità fornita;
-l’introduzione di un tetto massimo al contributo dei biocarburanti prodotti a partire da materie prime in competizione con il mondo alimentare, ai fini dell’obiettivo di utilizzo di fonti rinnovabili nei consumi energetici nel settore dei trasporti.

Cosa sono i biocarburanti?
Secondo la definizione del Gestore Servizi Energetici GSE “i biocarburanti sono carburanti per i trasporti, in forma liquida o gassosa, ricavati da biomassa”; per i biocarburanti si parla già di 4°generazione.

1. Prima generazione:
I biocarburanti di 1° generazione erano quelli che potevano contare su colture alimentari come materia prima. I principali biocarburanti sono il biodiesel, il bioetanolo e il biometano. Per il biodiesel servono olio di mais, di colza o di palma. Per il bioetanolo servono il mais o le barbabietole, per il biometano serve il biogas purificato.

2. Seconda generazione:
I biocarburanti di 2° generazione sono prodotti con altre tecniche e altre materie prime, per esempio legno e cellulosa, la coltivazione delle alghe o la coltivazione del miscanto (un arbusto appartenente alla famiglia delle graminacee che può essere coltivato in terreni residuali). In alcuni casi si tratta di tecniche ancora sperimentali, in altre si è già arrivati alla commercializzazione dei prodotti.

3. Terza generazione:
La 3° generazione di biocarburanti cerca di migliorare la qualità delle materie prime. Progettare colture in grado di aumentare la resa. Sono stati creati dagli scienziati alberi di pioppo con bassi contenuti di lignina per rendere il processo di lavorazione più facile. I ricercatori mappato il genoma di sorgo e di mais sono in grado di consentire modifiche genetiche e per gli agronomi di affinare il controllo della produzione di olio.

Si tratta di microrganismi geneticamente modificati in grado di catturare grandi quantità di CO2, microbi, in modo tale che questi come rifiuto producano combustibile. La chiave per l’intero processo è l’utilizzo del gas serra CO2, un sistema che rende la produzione di biocarburante di 4° generazione un processo davvero in “negativo”. Tuttavia, l’anello debole ancora della catena risulta nella tecnologia in grado di catturare la CO2 pura per fornirlo ai microbi.

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Anno 3 n.11, 22 maggio 2017

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