Edifici a rischio Radon: come intervenire?

Gentilissime/i web-Lettrici/Lettori,

Il radon (Ra-222) è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, generato dal decadimento del radio (Ra-226), cioè dal processo per cui una sostanza radioattiva si trasforma spontaneamente in un’altra sostanza, emettendo radiazioni. Prima di decadere il radon rimane in vita per un tempo sufficientemente lungo che gli consente di essere trasportato, in quanto gas, dai flussi di aria presenti nei suoli, anche a distanze notevoli e per alcune centinaia di metri. Anche i “figli del radon” quali piombo, bismuto e polonio, sono radioattivi, ossia decadono a loro volta emettendo radiazioni.

Il radon risulta presente nelle rocce, nel suolo, nelle acque e nei materiali da costruzione, in modo particolare nelle rocce di origine vulcanica come le lave, le pozzolane, i tufi, il granito ed il porfido; oppure può essere presente in alcuni materiali da costruzione, come cementi, laterizi, graniti o tufi; è considerato il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi e, a livello mondiale, si stima che sia responsabile di quasi il 50% dell’esposizione media della popolazione alle sorgenti naturali di radiazione.

Il livello di Radon presente negli edifici dipende da molteplici fattori, tra i quali la tipologia di edificio, i materiali utilizzati per la costruzione, i ricambi d’aria, la ventilazione, ecc.

casaLa maggiore concentrazione di emissione radon deriva da una pavimentazione poco isolata, dai solai oppure dalle intercapedini che sono a contatto con il terreno, come i locali degli edifici collocati nei seminterrati o al pianterreno.

Le più comuni vie di accesso sono: le fessure, giunti di connessione, canalizzazioni degli impianti idraulici, elettrici e di scarico.

Le persone più a rischio sono i lavoratori che svolgono attività in luoghi seminterrati e sotterranei, i bambini e gli alunni che frequentano asili e scuole, con mense e palestre situate nei locali interrati o seminterrati.

 

Radon in Puglia

In Puglia la presenza di radon all’interno delle abitazioni è dovuta principalmente al sottosuolo, e in parte ai materiali da costruzione e all’acqua.

suoloLa Puglia presenta un substrato calcareo risalente all’età Cretacica che affiora nella penisola salentina, sul Gargano e sulle Murge. È formato da roccia di origine sedimentaria che ha subito un metamorfismo in seguito a variazioni di pressioni e temperatura causate dagli eventi tettonici di quel periodo. La pietra leccese, in particolare è una roccia calcarea il cui principale componente è il carbonato di calcio presente sotto forma di cemento calcitico di granuli calcarei costituiti dalla fossilizzazione di microrganismi di specie planctoniche e bentoniche.

Il fenomeno del carsismo quindi influisce sensibilmente sul processo di diffusione del radon che, trasportato dall’acqua e dai gas, percorre grandi distanze e viene liberato all’esterno grazie alla presenza di numerose faglie; per tali ragioni anche rocce calcaree, caratterizzate da un contenuto relativamente basso di uranio, possono liberare notevoli quantità di radon.

Con la Legge Regionale 3 novembre 2016, n.30 recante: “Norme in materia di riduzione dalle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas ‘radon’ in ambiente confinato” la Regione Puglia assicura il più alto livello di protezione e tutela della salute pubblica dai rischi derivanti dall’esposizione dei cittadini alle radiazioni da sorgenti naturali e all’attività dei radionuclidi di matrice ambientali, configurate da concentrazioni di gas radon negli edifici residenziali e non residenziali.

In particolare, gli articoli 3 e 4 stabiliscono come limite di concentrazione per le nuove costruzioni, eccetto i vani tecnici isolati o a servizio di impianti a rete, e per gli edifici esistenti il valore di 300 Bq/mc (Becquerel per metro cubo) misurato con strumentazione passiva.

Il medesimo art.4 definisce in tal modo gli “edifici esistenti”:

  • Edifici destinati all’istruzione, compresi gli asili nido e le scuole materne;

  • Edifici non destinati all’istruzione, e aperti al pubblico con esclusione dei residenziali e dei vani tecnici isolati al servizio di impianti a rete

Per gli esercenti delle suddette attività è previsto l’obbligo, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge stessa, di avviare le misurazioni sul livello di concentrazione del radon, da svolgersi su base annuale, suddiviso in due distinti semestri (primavera-estate e autunno-inverno) e di trasmettere, entro un mese dalla conclusione del rilevamento, gli esiti al comune interessato e ad ARPA Puglia.

A tal proposito si fa presente che Eliapos Srl effettua servizio di consulenza e intervento sull’intera problematica connessa al rischio radon attraverso:

  • misurazione della concentrazione istantanea del gas radon,

  • misurazioni semestrali e annuali


Cliccare qui per consultare la legge regionale
Alla prossima newsletter

ELIAPOSAMBIENTE
Anno 3 n.3, 20 marzo 2017